Membro Consiglio AIUC Lazio fino ad aprile 2016

10 marzo 2015 nomina coordinatore Commissione Ulcere Cutanee OMCeO di Roma e Provincia

      “ULCERE CUTANEE, COSA NON FARE E COSA FARE”                                                          Corso Interattivo di Orientamento e di Informazioneazione                                     accreditato ECM

                                                     venerdi’ 15 Gennaio 2016

                                                      dalle ore 17.00 alle ore 21.30

RELATORI

Marco Cavallini - Prof Associato  Direttore  f.f. U.O.C. Chirurgia Generale 1 - Direttore Master I livello Wound Care e Presidente del Corso di Laurea in Podologia Facoltà di Medicina e Psicologia  Università Sapienza sedi  S.Andrea – Roma e Bolzano ; Membro Commissione Ulcere Cutanee Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

Guido  Ciprandi   Chirurgo Pediatra, Toracico, Microvascolare, Responsabile Alta Specializzazione Ulcere e Ferite Difficili, Dipartimento  Chirurgia, U.O.C. Chirurgia Plastica e Maxillo-facciale, Ospedale Pediatrico Bambino Gesu', IRCCS; Trustee in European Pressure Ulcer Advisory Panel (EPUAP)  Sostenitore attività regionali  AIUC Lazio  Onlus; Membro Commissione Ulcere Cutanee Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

Cristiana Di Campli    Responsabile Coordinamento Clinico, Day Hospital  Piede Diabetico UOC  Chirurgia Vascolare Salvataggio d’arto e Piede Diabetico I.D.I.  I.R.C.C.S. Roma . Membro Consiglio Regionale AIUC sez. Lazio  ; MembroCommissione Ulcere Cutanee Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

Corrado Maria Durante   Chirurgo Plastico e Generale , Professore di  Wound Care Università Sapienza di Roma , Colonnello Esercito  esperto in ferite di guerra; Consulente Unità Wound Care Ospedale Militare di Roma;  MembroConsiglio Direttivo nazionale – Tesoriere AIUC Onlus;Tesoriere WUWHS -World Union Wound Healing Societies; Membro Commissione Ulcere Cutanee Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

Andrea Frasca  Coordinatore Infermieristico  e Head Quality Management System  Nomentana Hospital  Roma- Coordinatore AIUC Onlus  sezione Lazio: Membro Commissione Ulcere Cutanee Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

Giorgio Guarnera  Specialista in Chirurgia Vascolare e in Chirurgia Generale. Socio Fondatore, Proboviro e già Presidente Nazionale  dell’Associazione Italiana Ulcere Cutanee ( AIUC ). Autore di libri e capitoli di libri sulle Ulcere Cutanee. Già Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare delle Lesioni Ulcerative presso l’IDI-IRCCS di Roma; Membro Commissione Ulcere Cutanee Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

Maurizio Palombi   Specialista in Chirurgia Vascolare e in Chirurgia Generale . Dirigente I livello U.O.C. Chirurgia Vascolare  e Responsabile  Ambulatorio di Chirurgia Vascolare per le  “Ferite difficili” Ospedale CTO A.Alesini; Docente Master I livello  WOUND CARE Ospedale S. Andrea Facoltà di Medicina e Psicologia Università Sapienza Roma;   Docente Master II livello in  galenica  per Farmacisti Università Sapienza Roma;  Docente di Chirurgia Corso di Laurea Infermieristica Università di Tor Vergata Roma sede ASL RM C ; Direttore del Team Romano di Vulnologia ; Membro Consiglio Regionale AIUC sez. Lazio; Coordinatore Commissione Ulcere Cutanee Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

Cristina Patrizi  Medico di Medicina Generale in Unità di Cure Primarie ASL RM C, Staff Direzione Distretto 2° ASL RM B, Professore incaricato Università La Sapienza 2 S.Andrea per il settore Immunologia Endocrinologia, Segretario Generale SIAMEG. Vice Presidente Regionale SMI Lazio, Consigliere  e Responsabile della Formazione ECM Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

Claudio Pilati   Direttore UOC  Unità Spinale Unipolare e Direttore f.f. UOC Recupero e Riabilitazione Ospedale  CTO A. Alesini – Roma;  Membro Consiglio Regionale AIUC sez. Lazio)  ; Membro Commissione Ulcere Cutanee Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

Antonio Richetta    Dermatologo  Policlinico Umberto I  Università Sapienza di Roma : Membro Commissione Ulcere Cutanee Ordine dei Medici  e degli Odontoiatri di Roma e Provincia

15. Dic, 2015

COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA


VENERDI’ 15 GENNAIO 2016 presso l’Aula Magna dell’OMCeO di Roma e Provincia (ore 17-21.30) si svolgerà il I CORSO INTERATTIVO DI AGGIORNAMENTO dal titolo “ ULCERE CUTANEE. COSA NON FARE e COSA FARE”. Il corso è accreditato ECM (4,5 Crediti) ed è destinato ai M.M.G. ( Medici di Medicina Generale), ai P.L.S. ( Pediatri di Libera Scelta) e a tutti gli iscritti all’Ordine interessati.
La Commissione da me coordinata, costituita da alcuni dei più noti esperti in Wound Care della nostra città di estrazione Ospedaliera ed Universitaria, ha ritenuto NECESSARIO iniziare un’opera di SENSIBILIZZAZIONE, INFORMAZIONE e FORMAZIONE di questi Medici al fine di dare alcune elementari nozioni di base per “parlare tutti la stessa lingua”. Sarà poi impegno della Commissione dare un seguito a questo incipit con altri successivi CORSI RESIDENZIALI e F.A.D. per estendere ad un numero sempre più numeroso di Colleghi l’informazione su ciò che NON SI DEVE e su ciò che si può e SI DEVE FARE di fronte a ferite acute e croniche “difficili”, che datano cioè da più di 4-6 settimane e che non tendono a guarigione spontaneamente.
E’ opportuno far sapere a tutti che alcuni vecchi miti vanno assolutamente sfatati e che una ferita per guarire e per farlo in modo stabile va innanzi tutto inquadrata da un punto di vista diagnostico per iniziare poi un iter terapeutico generale ( cura della patologia di base) e locale ( uso di medicazioni tecnologicamente avanzate).
Il messaggio è che è finito o meglio dovrebbe essere finito il tempo in cui si pensava che queste lesioni fossero banali e potessero essere trattate da chiunque con disinfettanti, creme antibiotiche e/o antinfiammatorie locali, polveri cicatrizzanti e garze di semplice copertura. In realtà queste ferite non sono mai banali, possono anche essere mortali e vanno trattate con medicazioni avanzate, che gestiscano l’essudato che producono, per creare un AMBIENTE UMIDO al punto giusto. Basti solo pensare che le cellule umane sono costituite al 70% di acqua e quindi le cellule deputate alla riparazione della perdita di sostanza provocata da un’ulcera devono essere messe nelle condizioni ideali per essere vitali ed agire più rapidamente e quindi in un ambiente al giusto grado di umidità.
La cosiddetta “piaga da decubito” ( in realtà ulcera ischemica da pressione), ma anche l’ulcera da patologia vascolare venosa, arteriosa o diabetica, le lesioni traumatiche e le deiscenze di ferite chirurgiche rappresentano spesso un problema di difficile soluzione.
Il Corso vuole dare alcune informazioni su come agire nell’immediato ( ricordiamo che proprio i Medici e i Pediatri che agiscono sul territorio sono spesso i primi a vedere questi pazienti) e come procedere una volta fatto il primo inquadramento diagnostico.
Gli Ospedali con i loro medici ed infermieri specialisti, gli Ambulatori Medici ed Infermieristici Territoriali ed i Team integrati d’Assistenza a Domicilio esistono già, quindi bisogna solo curarne l’integrazione e la formazione omogenea e continua per creare un’interazione efficace, mettendo sempre al centro di questo microcosmo il paziente, evitandogli dolorose e spesso inutili peregrinazioni da un punto all’altro di questa rete, che al momento è inesistente. CURARE BENE questi pazienti consentirebbe un notevole risparmio di tempo e denaro.
La nostra COMMISSIONE, avvalendosi anche di Società Scientifiche dedicate (come l’A.I.U.C ossia Associazione Italiana Ulcere Cutanee), si vuole mettere al servizio di tutti fornendo LINEE GUIDA INTERNAZIONALI aggiornate e suggerendo CENTRI DI RIFERIMENTO accreditati, quando le competenze e le risorse a disposizione dei Medici che agiscono sul territorio e a domicilio dei pazienti non bastano più.
Infine vale la pena ricordare che queste problematiche aumenteranno sempre di più nei prossimi anni per l’aumento della spettanza di vita e per l’aumento progressivo con essa di patologie degenerative croniche come il DIABETE MELLITO.
LA CLASSE MEDICA QUINDI NON PUO’ e NON DEVE FARSI TROVARE IMPREPARATA A RISOLVERE QUESTI PROBLEMI e DEVE ORGANIZZARSI PER TEMPO!

16. Gen, 2016

Il 4 maggio 2016 la COMMISSIONE ULCERE CUTANEE dell'OMCeO di Roma tramite il suo coordinatore Dott. Maurizio Palombi ed il Prof. Marco Cavallini ha replicato il CORSO INFORMATIVO-FORMATIVO-INTERATTIVO con i MMG ed i PLS a LATINA presso l'Ospedale S.Maria Goretti con la collaborazione dell'OMCeO  ( Presidente Giovanni Maria Righetti) e del Direttore del  II Distretto Dott.ssa Giuseppina  Carreca.                                                                                                                                                                                         Il Corso ha avuto un' ampia ( 120 iscritti) ed attiva partecipazione dei Medici di Latina. 

PUBBLICAZIONE SUL WEB DELL'EVENTO

RELAZIONE CONCLUSIVA CORSO OMCeO di latina 4 MAGGIO 2016

Grazie alla collaborazione con il Presidente dell’OMCeO di Latina Dott. Giovanni Maria Righetti, con la Dott.ssa Giuseppina Carreca, Direttore del Secondo Distretto A.U.S.L.  di Latina, e la sua collaboratrice Dott.ssa Francesca  Fabbri  il 4 maggio 2016 presso l’Ospedale Santa Maria Goretti si è svolto questo Corso sul trattamento delle FERITE DIFFICILI, quelle ferite cioè che non tendono a guarigione spontanea e che sono attive anche dopo uno-due  mesi dalla loro comparsa.

Analogo corso la Commissione Ulcere Cutanee dell’OMCeO di Roma, coordinata dal Dott. Maurizio  Palombi, aveva svolto a Roma il 15 gennaio 2016.

Il Dott. Maurizio Palombi insieme al Prof. Marco Cavallini hanno portato anche a Latina questo tipo di informazione, spiegando ai Medici di famiglia (M.M.G. e P.L.S.), che per primi vengono a contatto con i pazienti con queste problematiche, cosa si deve fare come prima approccio e soprattutto cosa è bene non fare nel trattamento  delle lesioni cutanee che non tendono a guarigione.

Il Dott. Palombi dapprima ha introdotto il concetto di ferite acute e ferite croniche, quali sono le cause che le provocano e quali i motivi che ne possono ritardare la guarigione e ha spiegato come I pazienti che ne sono affetti nella stragrande maggioranza dei casi sono lasciati a loro stessi ed ai loro problemi e devono decidere da soli il più delle volte come risolverli, affidandosi al caso e ricorrendo alle cure degli ospedali (  a volte attrezzati a volte no per questi problemi )  oppure di medici ed infermieri del territorio, al medico di famiglia e quando non possono spostarsi di casa all’assistenza domiciliare, che va attivata con non poche difficoltà.

Questo rende molto difficile il percorso diagnostico terapeutico e spesso provoca ingiustificati ritardi o rallentamenti nei processi di guarigione delle ferite acute e croniche.

Un ruolo molto importante lo recita il medico di famiglia o pediatra di famiglia che vede per primo questi pazienti. Spesso il medico è portato a sottovalutare i problemi e dà suggerimenti generici invitando il paziente a medicarsi da solo con presidi che non sempre sono quelli giusti. Di qui l’uso di antibiotici locali liquidi o formulati in creme cui spesso si associano cortisonici , polveri cicatrizzanti, disinfettanti aggressivi come la acqua ossigenata, il mercuriocromo, il Betadyne o altri prodotti simili.

In una parola nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti sono lasciati al loro destino e a volte soltanto quando le cose si complicano vanno alla ricerca di specialisti che possano una volta per tutte risolvere il problema.

Ma quali sono questi specialisti ?

Finora del problema si sono occupati gli Infermieri, più o meno qualificati ed esperti oppure medici specialisti, come Chirurghi Generali, Vascolari, Plastici o Diabetologi o altri specialisti ancora, che non sempre si sono dimostrati in grado di essere efficaci e risolutivi, in quanto non sufficientemente aggiornati e preparati nel Wound Care.

 In realtà del problema dovrebbero occuparsi i cosiddetti vulnologi o wound specialists.

Il vulnologo rappresenta oggi una nuova figura, quella di specialista, che ha studiato a fondo I problemi di trattamento delle ferite acute e croniche ed  è in grado di trattarle nel modo più corretto. Così è nata una nuova scienza, il   Wound  Care  o  in italiano la Vulnologia.

Il protocollo di trattamento di questi pazienti oggi prevede che il medico di medicina generale faccia una prima diagnosi, imposti eventuali accertamenti da fare, Imposti una terapia medica generale per il controllo delle infezioni e del dolore, faccia eseguire un tampone con antibiogramma della ferita e dia i primi consigli di come trattarla. 

Ovviamente la ferita andrà lavata con soluzione fisiologica, utilizzando dei saponi neutri , meglio se di preparazione Galenica, a basso contenuto di sostanze tensioattive idrofile, quindi in grado di essere rimosse facilmente con un lavaggio.

Una fotografia della lesione all’inizio del trattamento e nuove foto ripetute durante lo stesso trattamento a distanza di 7- 10 giorni consentono di capire se è stato intrapreso un percorso terapeutico corretto. Seguendo infatti la stadiazione della  W.C. S. ( Wound Care Society) in colori    (NERO quand’è presente tessuto necrotico, GIALLO quando c’è ancora tessuto necrotico della componente adiposa sottocutanea o quand’è presente essudato e fibrina in abbondanza, ROSSO quando invece è presente un tessuto di granulazione sano, indice di una guarigione in stadio di avanzamento ) si può avere un’idea molto chiara di come procedano le cose.

Il Dott. Palombi ed il Prof. Cavallini hanno spiegato che non è opportuno utilizzare disinfettanti aggressivi sempre, perché questi bloccano I processi di crescita del tessuto di granulazione e cicatriziale, ritardando quindi la guarigione.  Delle volte è sufficiente un lavaggio con soluzione fisiologica. Solo in caso di conclamata infezione locale della ferita si può procedere ad una detersione più profonda con  soluzioni disinfettanti quali AMUPHASE, PRONTOSAN o MICRODACYN per WOUND CARE, per lo stretto periodo necessario ad eliminare il biofilm batterico infettante.

Sulle ferite poi andrà applicata la medicazione tecnologicamente avanzata corretta, quella che, interagendo con l’essudato che si produce, lo utilizza per accelerare la velocità di guarigione della ferita stessa. Se la ferita sarà infetta verranno utilizzati quindi medicazioni all’argento con vario grado di capacità di assorbenza, come idrofibre o alginati. Se la ferita sarà detersa, si utilizzeranno medicazioni in grado di assorbire l’essudato in eccesso, mantenendo localmente un ambiente umido, perché questo favorisce la guarigione delle ferite più rapidamente. Un tempo si pensava invece che le ferite dovessero essere portate ad essiccazione, ma si é visto che questo concetto é sbagliato completamente, perché soltanto un ambiente umido può favorire la crescita delle cellule che riparano,  consentendo una guarigione  diretta per prima intenzione, se viene eseguita una sutura chirurgica che accosti i lembi della ferita, o indiretta per seconda intenzione , se rimane una lesione di continuo da colmare col tessuto di riparazione.

 Il M.M.G. può poi prendere l’iniziativa di fare un esame Doppler C.W. con il rilievo della pressione arteriosa alla caviglia ed al braccio (indice A.B.I. o di Windsor), che consente di capire se la lesione ha una base ischemica per una malattia ostruttiva arteriosa (indice <1) o se  invece può avere una base vascolare venosa ( indice =  o >1). In questo caso si può procedere a un bendaggio elastico compressivo, che però deve essere fatto secondo canoni corretti. I relatori con immagini eloquenti hanno fatto vedere come questo non sempre avviene e che con la malpractice  si possono fare dei bendaggi inadeguati, pericolosi, che non solo non aiutano la guarigione, ma addirittura possono ostacolarla, creando nuove lesioni.

Il Prof. Cavallini ha fatto vedere come la Regione Lazio abbia indicato un percorso diagnostico terapeutico per il piede diabetico, che coinvolge varie figure professionali, dal medico di varie specialità all’infermiere, al podologo, al fisioterapista, tutti specialisti che, ognuno secondo la propria  competenza, possono aiutare il paziente a uscire fuori dal problema. Viene così sottolineata l’importanza della multidisciplinarietà. Più specialisti possono così concorrere, se esperti in vulnologia, al trattamento delle ferite accelerandone la guarigione.

Al termine delle relazioni del Dott. Palombi e del Prof. Cavallini,  i molti partecipanti ( circa 120 persone) hanno posto numerose domande e hanno chiesto molti chiarimenti, dimostrando di aver seguito con attenzione le relazioni e di aver acquisito le informazioni date.

I relatori hanno ringraziato l’OMCeO e il Secondo Distretto dell’A.U.S.L.di Latina per l’ospitalità avuta, sostenendo come soltanto con la collaborazione con i M.M.G. ed i P.L.S.  sarà possibile affrontare una realtà che nei prossimi anni diverrà sempre più evidente e richiederà l’impegno di specialisti esperti e di risorse economiche, che, essendo al momento deficitarie, richiedono fondamentalmente due cose:

1-  la preparazione di sempre maggiori specialisti nel trattamento delle ferite, quindi formazione di sempre più numerosi vulnologi attraverso corsi master universitari.

2-  utilizzazione di presidi terapeutici giusti, senza sperperi economici, utilizzando quanto necessario al momento e questo può essere deciso solo da chi ha esperienza nel settore (vulnologo).

Infatti pure essendoci molte possibilità terapeutiche nel trattamento delle ferite, che possono arrivare fino all’utilizzazione della V.A.C. Therapy, del Gel piastrinico omologo o autologo, Cellule staminali, Medicazioni avanzate costosissime all’acido ialuronico etc…., tutto ciò non è necessario utilizzarlo sempre , non è necessariamente un materiale che deve essere a disposizione di chiunque tratti questi pazienti.

Le ferite vanno affrontate per gradi: prima si ricorrerà a presidi terapeutici elementari e meno costosi, i pazienti saranno seguiti dai medici di famiglia e dai loro parenti o badanti; poi, se effettivamente si vede molto lontana la guarigione, si potrà ricorrere all’aiuto di specialisti. Questi possono far capo ad ambulatori dedicati medici o infermieristici o  a centri ospedalieri più avanzati. Soltanto qui si potrà ricorrere a trattamenti con presidi più costosi e comunque destinati soltanto ai casi più difficili per poterli risolvere. Società scientifiche come l’A.I.U.C. Onlus                 ( Associazione Italiana Ulcere Cutanee) possono fornire gli strumenti operativi giusti, indicando protocolli terapeutici validati e condivisi e certificando Centri ospedalieri ed ambulatori territoriali  di vario livello in grado di aiutare i Medici di Famiglia, che adeguatamente istruiti parlino la stessa lingua dei Vulnologi, ad indirizzare correttamente questi sempre più numerosi pazienti. Solo creando queste RETI INTEGRATE OSPEDALE-TERRITORIO-DOMICILIO si potranno creare percorsi diagnostico-terapeutici chiari ed efficaci e si potrà evitare che i pazienti passino dalle cattedrali ( centri di eccellenza) nel deserto dell’ignoranza, vanificando quanto di buono già ottenuto ed allungando i tempi di guarigione con sperperi inutili e alte spese socio-sanitarie evitabili.