Consigli per vene molto evidenti sulle gambe
La presenza di vene e capillari ben visibili su coscia e gamba è generalmente dovuta ad un'insufficienza venosa cronica degli arti inferiori e a volte si accompagna anche a senso di pesantezza, edema perimalleolare e prurito. Quindi non rappresenta solo un problema estetico. In una giovane donna sicuramente non va sottovalutato, anche per un risvolto psicologico di conflittualità fra una condizione di non accettazione e la presunta impotenza a fare qualcosa per risolvere il problema.
Per prima cosa vorrei tranquillizzare la signora: il problema è sicuramente risolvibile, ma non ci sono trattamenti miracolosi che lo risolvano come una bacchetta magica. In questo periodo della stagione suggerirei di usare farmaci flebotonici e capillaro-protettori, che sicuramente il suo medico curante le saprà consigliare. Non si esponga a lungo al sole nelle ore più calde, bagni frequentemente le gambe con acqua fresca e se va al mare cammini a lungo nell'acqua e magari nuoti. In questo modo si gioverà di un idromassaggio naturale e dell'azione vasocostrittrice dell'acqua fresca. Frutta e verdura e vitamina C in abbondanza. Creme a elevata protezione dai raggi solari.
Dopo l'estate, diciamo all'inizio autunno le consiglierei un nuovo ecodoppler per fare il punto sulla situazione locale. Poi le possibilità terapeutiche possono essere affidate a flebectomie chirurgiche, scleroterapia tradizionale e trattamento con laser. Le metodiche suggerite non si escludono a vicenda e spesso si integrano a meraviglia per risolvere il problema bei tempi necessari, quindi con calma. Ultima raccomandazione: se svolge un lavoro che comporta ortostatismo prolungato faccia uso di calze elastiche.
Esami diagnostici per stenosi carotide
Una stenosi emodinamica della carotide interna ( >75%) viene in genere considerata a rischio ischemia cerebrale transitoria (TIA) o permanente (ICTUS). Quando la stenosi è sintomatica, non ci sono dubbi: bisogna intervenire o con procedura endovascolare (PTA+ STENT) o chirurgica tradizionale (TEA), indipendentemente dall'età e naturalmente se le condizioni cliniche generali lo permettono. Se la stenosi è asintomatica, bisognerebbe comunque intervenire, ma sicuramente l'età e le condizioni cliniche generali, soprattutto le eventuali patologie associate diventano molto importanti nel prendere una decisione.
Quindi venendo al caso proposto, donna ipertesa di 84 anni in sovrappeso, ci troviamo di fronte ad una situazione da valutare bene: il trattamento chirurgico anche mini invasivo deve infatti tener conto delle difficoltà tecniche aumentate (sovrappeso/ obesità) e della spettanza di vita. L'ipertensione rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo molto importante però per il peggioramento della stenosi e quindi per il rischio ischemia cerebrale. Poiché l'ecodoppler parla di una stenosi calcifica che si estende lungo la carotide interna, se si entra nell'ordine di idee di intervenire, chirurgicamente, diventa necessario sottoporre la paziente ad un angioTC o angioRMN dei vasi del collo e cerebrale con ricostruzione angiografica in 3D per valutare se la stenosi è molto estesa oltre la biforcazione (in questo caso sarebbe meglio una PTA +STENT) o se invece non lo è (in questo caso potrebbe essere meglio la TEA a cielo aperto, come si suol dire, perché la placca calcifica è più difficile da trattare con angioplastica e più facile da asportare chirurgicamente, a patto che non sia troppo estesa in lunghezza, perché questo potrebbe rendere impossibile o molto più difficile l'intervento).Infine questo esame ci permette di studiare bene il cervello, per capire se ha già subito danni ischemici e se questi sono di antica data o recenti. In questo ultimo caso, anche in assenza di sintomatologia, la stenosi va considerata sintomatica e, se non ci sono danni di barriera ematoencefalica, è opportuno intervenire.
Vasi tortuosi ed esami diagnostici
Gent.le Sign.ra, alla sua domanda potrei semplicemente rispondere che un buon ecocolordoppler eseguito da medici esperti può senza dubbio bastare ad evidenziare vasi tortuosi. Ma mi corre l'obbligo, anche eventualmente per tranquillizzarla, che dire vaso tortuoso non necessariamente vuol dire vaso malato. È ovvio che parliamo principalmente di arterie piuttosto che di vene. Bene. Un'arteria tortuosa può preoccuparci solo se descrive delle curve ad angolo molto stretto, causa di turbolenze di flusso e di eventuale riduzione della quantità di sangue, che ad esempio in caso l'arteria sia una carotide può provocare un attacco ischemico transitorio. In questo caso parliamo di kinking emodinamicamente significativo.La migliore dimostrazione del problema è in questo caso opportuna e necessaria, in quanto può essere necessario poi fare un intervento chirurgico di correzione. Sicuramente un buon ecocolordoppler fatto dalla persona giusta ed esperta può essere in questo caso sufficiente.
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